Ci sono novità sul fronte delle domande per i visti studenti per gli USA. Sebbene le frontiere siano state ufficialmente riaperte lo scorso 8 novembre e sia consentito andare negli Stati Uniti per turismo o affari con un’autorizzazione ESTA, l’ Ambasciata e i Consolati degli Stati Uniti in Italia non sono ancora in grado di riprendere i normali servizi per l’elaborazione delle domande di visti immigranti e non immigranti.

Tuttavia, di recente è stata introdotta un’importante novità che consentirà a studenti, professori e ricercatori di ottenere il visto per l’America senza bisogno di sottoporsi al colloquio di persona in Ambasciata.

Intervista all’Ambasciata: in quali casi può decadere l’obbligo?

Come abbiamo visto in altri post parlando di visti non immigranti per studenti, un momento fondamentale dell’application è l’intervista da sostenere con un funzionario del governo americano all’Ambasciata o al Consolato.

Durante l’intervista all’Ambasciata, il funzionario porge alcune domande al candidato circa le motivazioni del viaggio, esamina l’application alla luce delle risposte e della documentazione prodotta. Insomma, si tratta di un momento saliente del processo di application e, spesso, anche quello più oneroso per il candidato che deve recarsi di persona nella città in cui ha sede l’Ambasciata o il Consolato (in Italia si trovano a Roma, Firenze, Milano e Napoli).

Ebbene, alla luce della decisione del governo americano di riprendere e velocizzare le pratiche di visto dei cittadini stranieri che intendono viaggiare negli Stati Uniti, le autorità consolari americane in Italia sono state autorizzate a dispensare i candidati al visto F, M e J accademico dall’obbligo dall’intervista.

In altre parole, i richiedenti di visto F, M o J accademico possono non sostenere il colloquio in Ambasciata purché si verifichino alcune condizioni. Vediamole nel dettaglio.

aula universitaria con lezione in corso

Chi è dispensato dall’obbligo di intervista?

Possono essere dispensati dall’obbligo di colloquio coloro che richiedono un visto F, M o J accademico a cui sia già stato rilasciato in passato un qualsiasi tipo di visto per l’America, e a cui non sia mai stato rifiutato un visto (o a cui il rifiuto sia stato risolto o revocato) e che non mostrino apparenti motivi di ineleggibilità.

Ad esempio, uno studente che abbia già conseguito il visto F per gli studi accademici e voglia fare richiesta di un visto J per un programma di scambio, potrà beneficiare dell’esenzione e la sua domanda potrà essere portata a termine senza il passaggio dell’intervista faccia a faccia.

Ma non finisce qui. In teoria, anche chi fa richiesta di visto per la prima volta potrebbe beneficiare dell’esenzione, purché sia cittadino di uno dei Paesi appartenenti al Visa Waiver Program (VWP) e non abbia un’evidente o potenziale ineleggibilità.

L’esenzione dall’obbligo in intervista è valida fino al 31 dicembre 2022. Invece, chi rinnova uno stesso visto entro 48 mesi dalla scadenza di quello precedente, può beneficiare dell’esenzione indefinitamente.

La novità snellirà di molto l’iter procedurale per il rilascio dei visti per tutte quelle persone che viaggiano abbastanza regolarmente in America per motivi di studio e ricerca. Pensiamo a tutti gli studenti che hanno intrapreso – o vogliono intraprendere – un percorso di studio e ricerca negli Stati Uniti e che, nel corso degli anni, hanno bisogno di rinnovare il visto o di ottenerne uno diverso.

studenti nel tempo libero su prato di un campus universitario

Come beneficiare dell’esenzione dall’obbligo di intervista?

Le modalità di presentazione della domanda di visto F, M o J restano pressoché le stesse. Bisogna innanzitutto completare la propria iscrizione presso una scuola o università americana riconosciuta dal programma SEVIS; registrarsi al sito www.ais.usvisa-info.com e seguire le istruzioni. Qualora il candidato risponda ai criteri per l’esenzione, gli verrà comunicato durante il percorso di application.

Ricordiamo che è sempre il funzionario del governo americano a decidere chi può effettivamente beneficiare dell’esenzione, valutando caso per caso in base alla situazione del candidato e al contenuto della domanda di visto.

È fondamentale fare in modo che la domanda sia accurata, completa in ogni sua parte e non lasci dubbi sull’eleggibilità del candidato.

corsia di una biblioteca

Da quando c’è il Covid il mondo dei viaggi e degli spostamenti internazionali è cambiato radicalmente. L’epidemia di Covid-19 ha limitato fortemente le capacità del Dipartimento di Stato americano di processare le domande di visto e negli ultimi due anni si sono accumulati ritardi e disagi per il pubblico.

La caduta dell’obbligo di intervista per i richiedenti di visto studio rientra tra gli sforzi del governo americano di ridurre i tempi di attesa, mantenendo comunque come priorità gli interessi di sicurezza nazionale.

Questo perché il governo riconosce la necessità di riprendere le normali attività e si sta impegnando a facilitare i viaggi per motivi di turismo, studio e lavoro, riducendo per quanto possibile i tempi di attesa per il rilascio dei visti non immigrant.

È finita l’attesa per i turisti in astinenza da viaggi oltreoceano: dall’8 novembre sarà di nuovo possibile entrare negli Stati Uniti a prescindere dalla motivazione. Le restrizioni in vigore da marzo 2020 a causa del Covid-19 saranno sollevate per chi è completamente vaccinato. Vediamo cosa è confermato per il momento e qual è la procedura da seguire per entrare negli Stati Uniti e per l’eventuale ritorno in Italia.

Chi può entrare negli USA

Il Travel Ban sarà sollevato per tutti i cittadini provenienti dai 26 Paesi dell’area Schengen (tra cui è inclusa l’Italia), UK, e Irlanda, Cina, India e Brasile che abbiano completato il ciclo vaccinale contro il Covid. Non sarà necessario dimostrare di avere motivi particolari o urgenze per entrare nel Paese e non ci sarà l’obbligo di osservare un periodo di quarantena. Ciò significa che chi è vaccinato non sarà obbligato a ottenere il visto sul passaporto, ma potrà entra negli USA con l’autorizzazione ESTA. Se vuoi sapere come fare, puoi contattarci qui e ti aiuteremo ad ottenerla in poche ore.

Quali sono i vaccini accettati dal Governo americano

Il Governo americano ha stabilito che per “fully vaccinated” si intendono le persone che hanno ricevuto tutte le dosi previste dai vaccini approvati FDA (Moderna, Pfizer e Johnson and Johnson) e quelle vaccinate con vaccini inseriti della Emergency Use Listing (EUL) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra cui compare anche il vaccino AstraZeneca, largamente usato in Canada e in Europa. Saranno accettati anche i cittadini che hanno ricevuto dosi miste, purché appartenenti alle liste di FDA e EUL.

Qual è la procedura da seguire per entrare negli USA

Essere vaccinati dispensa dall’obbligo di sottoporsi alla quarantena fiduciaria ma è ancora obbligatorio sottoporsi al tampone. Tutti i viaggiatori in ingresso (inclusi i vaccinati) devono effettuare un tampone per il Covid-19 (PCR o antigenico) entro 3 giorni dalla partenza, più un secondo tampone tra il terzo e il quinto giorno di permanenza negli Usa. Come sempre, per un aggiornamento puntuale sui requisiti di viaggio, vi invitiamo a consultare il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri.

Cosa fare per il rientro in Italia

La procedura per rientrare in Italia è molto simile a quella per entrare negli USA. L’Italia consente l’ingresso senza bisogno di osservare la quarantena in presenza di Green Pass ottenuto con vaccinazione + un tampone molecolare o antigenico nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia. Al rientro, bisognerà anche compilare il modulo dPLF (Digital Passenger Locator Form) sul sito https://app.euplf.eu/#/.

Ricapitolando, chi intende recarsi negli USA e tornare in Italia, dovrà sottoporsi a tre tamponi:

Cosa succede per chi non è vaccinato

Per il momento, i non vaccinati non potranno entrare negli Stati Uniti con l’autorizzazione ESTA ma dovranno per forza richiedere un visto per motivi di lavoro, studio o ricongiungimento. Una volta ottenuto il visto, prima dell’imbarco dovranno sottoporsi ad un tampone PCR o antigenico entro 72 ore dal viaggio e
osservare l’autoisolamento una volta entrati nel Paese: se ci si sottopone ad un secondo tampone tra il terzo e quarto giorno si può interrompere l’isolamento dopo 7 giorni, altrimenti la quarantena dovrà durare 10 giorni.

Si viaggia, finalmente!

La notizia verrà sicuramente accolta con grande gioia da tutti coloro che hanno parenti o amici oltreoceano e che di fatto non vedono i loro cari da almeno 19 mesi – la durata del Travel Ban introdotto da Trump per fermare l’impennata di contagi dovuti alla diffusione del Coronavirus.

Col sollevamento del Travel Ban, potranno riprendere i viaggi turistici. È un momento fondamentale della fase di ripresa dalla pandemia, anche perché arriverà giusto in tempo per permettere ai viaggiatori di organizzare una vacanza invernale. La mente vola immediatamente alla magia del Natale a New York, sfavillante di luci e decorazioni, con le piste di pattinaggio e gli alberi monumentali. Finalmente non solo la mente, ma presto anche il corpo potrà volare oltreoceano.

Settembre è il mese del ritorno a scuola anche per l’America. È stato un back to school particolarmente significativo quest’anno visto che gli studenti in molti casi non mettevano piede in classe da marzo 2020 a causa della pandemia. Anche la maggior parte dei college ha richiamato gli studenti in presenza per la sessione autunnale e i campus affollati di studenti si preparano a riprendere le normali attività didattiche e sportive.

Il ritorno alla didattica in presenza fa ben sperare per il futuro e gli aspiranti “international student” possono finalmente pianificare la partenza per gli Stati Uniti, a cominciare dall’inoltro della domanda per il visto di studio. In quest’articolo analizzeremo nel dettaglio i visti studenteschi F e M, vedremo a quali situazioni si applicano e come fare per richiederli.

Visti per studiare in America

Chi ha intenzione di intraprendere un percorso di studi accademico (quindi presso una scuola superiore o un’università) o vuole frequentare una scuola di lingue dovrà fare richiesta per un visto F-1. Anche i familiari dello studente (coniuge e figli minori di 21 anni) possono accedere a questo tipo di visto, in questo caso dovranno fare richiesta per un visto F-2.

Visto F per studi accademici

I viaggiatori minorenni non vaccinati al seguito di adulti completamente vaccinati possono entrare in Canada seguendo alcune indicazioni:

In linea di massima, il visto di studio non permette di lavorare in America. È consentito solo lavorare un tot di ore all’interno del campus universitario o ricevere un compenso economico nell’ambito dell’OTP – un tirocinio pratico formativo nel proprio ambito di studi a cui possono accedere gli studenti prima o dopo il completamento del percorso universitario.

Visto M per studi professionali

Il visto M è molto simile al visto F per quanto riguarda caratteristiche e modalità di ottenimento, ma si applica nel caso in cui si voglia frequentare un corso di studi professionale, quindi non accademico. Le scuole di tipo professionale sono generalmente istituti privati che offrono programmi di formazione piuttosto brevi incentrati sull’apprendimento di un mestiere o di skill spendibili in particolari ambiti. Rientrano in questa categoria le scuole di cucina, i corsi tecnici (come quelli di saldatura, idraulica, carpenteria), le scuole per piloti aerei, i corsi di cosmetologia, make-up, progettazione floreale, ecc.
È possibile cambiare idea e trasferirsi in un’altra scuola ma soltanto nei primi sei mesi del programma. Al termine del percorso, le scuole concedono un diploma o altro titolo di studio assimilabile alla laurea. Con il visto M è possibile lavorare solo all’interno del campus in determinati posti di lavoro, aprire un conto in banca americano e prendere la patente di guida.

Come ottenere i visti di studio F e M

L’iter per ottenere i visti di studio F e M è abbastanza semplice. Le domande vengono di solito accettate con facilità a patto che tutti i documenti siano in perfetto ordine. È importante seguire alla lettera le istruzioni dell’Ambasciata americana per la compilazione della domanda e arrivare ben preparati all’intervista.
Il primo passo, fondamentale per ottenere un visto di studio F o M, è iscriversi ad una scuola o università riconosciuta dal programma SEVP (Student and Exchange Visitor Program). Dopodiché, si può avviare la procedura di richiesta visto online. Ecco tutti gli step per fare domanda per il visto di studio:

  1. ottenere modulo I-20 dalla scuola/università
  2. pagare il contributo SEVIS
  3. compilare il modulo DS-160
  4. registrarsi al sito www.ais.usvisa-info.com
  5. pagare la tassa MRV
  6. fissare l’appuntamento all’Ambasciata o Consolato
  7. sostenere l’intervista

Durante l’intervista all’Ambasciata, il funzionario del governo americano chiederà di esporre motivi del viaggio (dove e cosa si andrà a studiare e perché) ma, soprattutto, vorrà assicurarsi che il candidato abbia dei forti legami col Paese di origine (proprietà, conti in banca, relazioni familiari, ecc.). È importante fornire tutti documenti raccolti per la domanda (moduli, ricevute di pagamento tasse) e qualsiasi altro documento aggiuntivo richiesto (ad es. potrebbero essere chieste prove della conoscenza della lingua inglese come una certificazione IELTS o TOEFL).

Vuoi una mano? Chiedi a noi

Il visto non viene concesso a chiunque ne faccia richiesta. Spetta all’Ambasciata decidere in quali casi rilasciare il visto. Noi di Visapassport aiutiamo ogni anno centinaia di studenti in partenza per l’America a presentare i documenti per ottenere il visto F o M. Ci occupiamo della parte burocratica dall’inizio alla fine: raccolta dei documenti, compilazione della domanda, preparazione per l’intervista e riconsegna del passaporto munito di visto. Vuoi una consulenza personalizzata? Contattaci tramite form o scrivi a info@visapassport.it.

Che sia per dare una spinta alla propria carriera o semplicemente per fare un’esperienza all’estero, un periodo di studio negli Stati Uniti è sicuramente un’esperienza che cambia la vita. Il sistema educativo made in USA è uno dei più avanzati al mondo per varietà dell’offerta, qualità degli insegnamenti e vitalità della ricerca. Studiare negli USA permette di venire a contatto con l’iconico immaginario che abbiamo conosciuto attraverso il cinema e i telefilm.  Basti pensare alla classica high school con il corridoio centrale bordato da armadietti o al tipico campus universitario con i dormitori e le feste da confraternita. Se il tuo sogno è studiare in America e non vedi l’ora di vivere quest’esperienza, sappi che la parola chiave è “preparazione”. Fatta eccezione per i corsi brevi di lingua, l’iscrizione ad una scuola o università americana presuppone una serie di passaggi: bisogna innanzitutto guadagnarsi l’ammissione ad un istituto riconosciuto dal SEVP (Student and Exchange Visitor Program) e poi si passa poi alla procedura per l’ottenimento del visto. In quest’articolo vedremo com’è strutturato il sistema educativo degli Stati Uniti e quali sono i visti che permettono di soggiornare in America per motivi di studio.

Frequentare un anno scolastico in America

Dopo le scuole elementari (elementary school) e medie (middle school), gli studenti passano al liceo. Il liceo dura 4 anni: 9th grade (14-15 anni) detto anche Freshman year, 10th grade (15-16 anni) o Sophomore, 11th grade (16-17 anni) o Junior, 12th grade (17-18 anni) o Senior. Gli studenti hanno un programma comune di materie (inglese, matematica, storia, scienze sociali ed educazione fisica) e altre che scelgono in base alle loro preferenze. In più, è possibile seguire corsi aggiuntivi pensati per chi sa già di voler proseguire con il college. L’ammissione al college non è, infatti, sempre scontata e gli studenti cominciano a preparare il proprio dossier per l’ammissione già durante i primi anni di liceo.

Per quanto riguarda il metodo educativo, è evidente come negli Stati Uniti l’esperienza scolastica sia soprattutto un momento di condivisione: la scuola è una comunità dove gli studenti trascorrono gran parte della giornata tra attività formative di vario tipo. Non solo lezioni frontali (che comunque invitano alla partecipazione e alla condivisione) ma anche tante attività extrascolastiche (sport, teatro, musica, ecc.). Ovviamente le strutture scolastiche sono attrezzate con tutto il necessario per queste attività: aule informatiche, laboratori scientifici, palestre, piscine, campi sportivi.

Studiare da undergraduate: università o college

Le università e i college americani offrono corsi di studio di tipo undergraduate: si tratta di un ciclo di studi di quattro anni dei quali i primi due (freshman e sophomore) sono dedicati allo studio di materie generiche, mentre negli altri due (junior e senior) ci si specializza nel settore prescelto (major). Sebbene non si siano sostanziali differenze a livello accademico – tant’è vero che gli americani sembrano usare i termini indifferentemente – esistono alcune differenze tra college e università. Innanzitutto, i college non offrono generalmente corsi post-laurea, cosa che fanno invece le università che sono di solito più grandi e strutturate. Basti pensare che spesso le università comprendono al loro interno vari college. Sia i college che le università in America possono essere istituti privati o finanziati con fondi pubblici e le rette sono generalmente molto alte. Un’alternativa più economica sono i Community College per permettono di ottenere l’Associate’s Degree – una laurea di due anni, dopodiché ci si può trasferire in un’università per gli altri due anni con un risparmio in termini economici e meno competizione all’accesso. Per essere ammessi ad un’università americana è spesso consigliato sostenere il SAT (Student Aptitude Test) un test attitudinale standardizzato.

Post-laurea e ricerca negli Stati Uniti

Gli studi di tipo post-graduate si dividono in due categorie: Master e Doctorate. Il Master dura uno o due anni ed è un approfondimento specialistico di quanto fatto durante la laurea e prevede sia corsi che ricerca. Ne esistono di vari tipi: Arts and Science, Business, Education, Fine Arts, Law School e Medical School. Il Doctorate somiglia al nostro dottorato: al termine di un percorso di ricerca che va dai 3 ai 5 anni, al ricercatore viene riconosciuto il titolo di PhD, Doctor of Philosophy, il massimo titolo accademico. Per iscriversi ad un corso post-graduate è quasi sempre richiesto di sostenere il GRE (Graduate Record Examination).

Quale visto richiedere per studiare negli Stati Uniti

Esistono 2 tipologie di visto dedicate agli studenti a seconda del tipo e del livello di studi che si intende frequentare: il visto M per istituti professionali, scuole d’arte, scuole di formazione e qualsiasi altro corso di studio non accademico; e il visto F per studi accademici (quindi scuola, college, università) e corsi di lingua.  In linea di massima, il visto studenti non consente di lavorare negli Stati Uniti – tant’è vero che per ottenere il visto è necessario dimostrare di avere mezzi economici sufficienti a mantenersi per tutta la durata degli studi. Tuttavia, ci alcuni modi di lavorare per guadagnare qualcosina e fare anche pratica nel mondo del lavoro. Innanzitutto, col visto F è possibile lavorare all’interno del campus universitario per un massimo di 20 ore settimanali. Poi, dopo il primo anno è possibile fare richiesta per l’OPT (Optional Practical Training) che consente di lavorare nel proprio settore per un periodo massimo di 12 mesi – per gli studenti di discipline STEM il periodo può essere esteso di altri 17 mesi. È questa un’occasione utilissima per fare esperienza e formare connessioni utili che potrebbero trasformarsi in sponsorizzazione per un visto di lavoro.

C’è anche un altro tipo di visto che permette di studiare e fare ricerca in America in qualità di trainee o intern: è il visto J concesso a studenti, professori, ricercatori e stagisti nell’ambito di programmi di scambio culturale con l’estero. Il visto J ha una durata di 18 mesi e permette anche svolgere delle ore di praticantato retribuite. Anche questo è un ottimo modo per fare un’esperienza utile per la propria carriera e prendere contatti per un trasferimento permanente.

Il modello culturale americano è stato esportato in tutto il mondo attraverso il cinema, la tv, la letteratura divenendo un po’ l’emblema dello stile di vita occidentale.  Ci sono però delle profonde differenze culturali tra gli Stati Uniti e l’Europa che sono ancora più evidenti in alcune consuetudini davvero particolari. In quest’articolo vediamo insieme 10 curiosità sugli Stati Uniti che forse non conoscevi e che ti aiuteranno a comprendere meglio la cultura americana.

1. New York è stata capitale tra il 1785 e il 1790

Il Congresso della Confederazione scelse New York City come sede provvisoria del nuovo governo nel 1785. Federal Hall a Wall Street fu il primo edificio del Campidoglio degli Stati Uniti, e qui George Washington giurò come primo presidente degli Stati Uniti. New York è stata anche sede della prima assemblea del Congresso degli Stati Uniti e della Corte Suprema.

2. La bandiera della Casa Bianca è fatta con la seta di San Leucio

Nella Sala Ovale della Casa Bianca, alle spalle della scrivania del presidente c’è una grande bandiera americana. Ebbene questa bandiera è stata realizzata con sete provenienti dalla fabbrica borbonica di San Leucio a Caserta. All’epoca la fabbrica era famosissima per la qualità e la bellezza dei suoi tessuti che esportava in tutto il mondo.

3. L’inglese non è la lingua ufficiale

Sebbene l’inglese sia di fatto la lingua nazionale degli Stati Uniti, non è la lingua ufficiale a livello federale semplicemente perché gli Stati Uniti non hanno mai adottato una lingua ufficiale come federazione. In diverse occasioni sono state fatte proposte per rendere l’inglese la lingua ufficiale, ma finora solo in 32 dei 50 Stati l’inglese ha lo status di lingua ufficiale. La seconda lingua è lo spagnolo, parlato da 28 milioni di persone.

4. La Statua della Liberta era rossa

“La Libertà che illumina il mondo” è il nome ufficiale di uno dei monumenti più famosi al mondo. La statua si trova sull’isolotto di Liberty Island e, con i suoi 93 metri di altezza, domina la baia di Manhattan all’entrata del porto sul fiume Hudson. Ai primi anni del 1900 la statua era di color nativo bronzo ed è diventata del colore verde acqua che oggi conosciamo in seguito alle piogge e soprattutto a causa dell’effetto di ossidazione provocato dalle acque del fiume Hudson.

5. L’edificio più alto d’America è il One World Trade Center

Chiamato anche Freedom Tower, con i suoi 541 metri e 32 centimetri al pennone, il One World Trade Center è l’edificio più alto degli Stati Uniti e il sesto più alto del mondo. La costruzione iniziò ufficialmente nel 2006 nel sito interessato dagli attentati dell’11 settembre che portarono alla caduta delle torri gemelle del World Trade Center. L’edificio è dotato di 104 piani di cui 75 utilizzabili.

6. Si può girare con il rosso

Strano a dirsi – e probabilmente ancora più strano a farsi! – ma in America è consentito girare a destra anche col semaforo rosso. Quindi se siete alla guida, fermi ad un semaforo e le auto dietro di voi iniziano a suonare il clacson è probabilmente perché aspettano che vi diate una mossa. Del resto, lo diceva anche il personaggio di Woody Allen in Io e Annie riferendosi a Los Angeles: “Io non voglio vivere in una città in cui il solo progresso culturale è che puoi girare a destra con il semaforo rosso”.

7. All’inizio il Natale era illegale

Il Natale arrivò negli Stati Uniti insieme agli immigrati nel XVII secolo. Era inizialmente una festa chiassosa, caratterizzata da bevute e schiamazzi. Ecco perché nel 1659 il Natale fu vietato e chi lo festeggiava veniva multato. La sua popolarità crebbe nel corso degli anni ma fu solo nel 1837 che il Natale venne riconosciuto come festa ufficiale nello Stato della Louisiana.

8. Ovetti killer

Nel Paese in cui chiunque può acquistare un’arma da fuoco, la vendita degli ovetti Kinder è vietata perché considerata pericolosa per la salute. Ciò è dovuto ad una vecchia legge federale che vieta la vendita di alimenti che contengono parti non edibili e oggetti non nutrienti. Paradossalmente, questa è la stessa legge che liberalizzò il consumo di whiskey. Questa legge impedisce ancora oggi di commerciare il famoso ovetto con la sorpresa proprio per il fatto che al suo interno sono contenuti i materiali non edibili della sorpresa e dell’involucro che la contiene.

9. L’America ha conservato ogni singolo tweet dal 2010 al 2017

La Biblioteca del Congresso ha archiviato tutti i tweet pubblicati dall’anno 2010 così da renderli disponibili alle generazioni future. La cosa è durata fino al 2017 quando i rappresentanti della Biblioteca hanno spiegato che il numero di tweet era diventato talmente alto da non avere più spazio di archiviazione disponibile.

10. Questione di soldi

Rispetto alle monete di altri Paesi, le banconote di dollari sono tutte della stessa dimensione e colore. Non si sa esattamente perché le banconote siano di colore verde, probabilmente perché si trattava di un pigmento economico e facilmente accessibile. Sembra che il motto impresso sulle banconote “In God we trust” fu scelto per diffondere l’idea che Dio fosse dalla parte dell’Unione durante la guerra di secessione. Al presidente Roosvelt l’idea non piacque, poiché considerava inappropriato mettere il nome di Dio su qualcosa di così triviale come il denaro.

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